lunedì 19 giugno 2017

"Caro Antonio, il tuo racconto ci restituisce tutti gli interrogativi sull'evoluzione storica del Fortore"

Riceviamo e pubblichiamo il messaggio inviato da parte di Maurizio Coduti di Montefalcone

Caro Antonio, ho appena finito di leggere il tuo racconto breve e devo dirti che a me è piaciuto parecchio. Credo che nel suo minimalismo narrativo racchiuda il grande pregio di restituirci, intatti purtroppo, tutti quegli interrogativi che sostanziano l'evoluzione (si fa per dire!) storica della comunità fortorina.


1. Perché mai, a distanza di oltre mezzo secolo dai fatti narrati, la situazione socio-economica del Fortore è rimasta quasi immutata, soprattutto nel confronto con le aree più progredite della nazione?

2. Come mai spesso prevale la tendenza a confondere la sottomissione ad uno stato di cose che è palesemente in odor di regime con la pace sociale e a chi, nello specifico, giova queste immutabili temperie?

3. Per quale ragione non si riesce a far fronte comune verso una situazione dominata da un profondo degrado sociale, economico e culturale che, come in un pericoloso circolo vizioso, sembra arrotolarsi su se stessa, cibandosi dei suoi stessi miasmi e impiantando, purtroppo anche nelle nuove generazioni, il seme dello sconforto, dell'apatia, dell'immobilismo?

Io, ne abbiamo avuto modo di parlare più volte con te di tutto ciò, continuo a pensare che soltanto nel momento in cui saremo stati in grado di dare risposte consapevoli e convincenti, in termini non soltanto di pensiero ma anche di azione, a quegli interrogativi, avremo recuperato e guadagnato il diritto di compartecipazione al grande movimento della Storia, ma fino ad allora ci apparterranno, giocoforza, soltanto storie con la "s" minuscola.


Un abbraccio 

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