giovedì 17 aprile 2014

Baselice, certa la sfida tra Canonico e Maddalena

di Leonardo Bianco

E’ ufficiale. Sarà Massimo Maddalena a contendere la poltrona di sindaco di Baselice a Domenico Canonico. A confermare la candidatura a primo cittadino nella prossima tornata elettorale è lo stesso esponente dell’attuale gruppo di minoranza consiliare. Maddalena, con quello in scadenza, ha svolto già per due mandati consecutivi, il ruolo di consigliere.

Dal 2004 al 2005 come esponente di maggioranza con il sindaco Nicolino Del vecchio e l’ultimo dal 2009 a oggi come esponente di opposizione. “Stiamo lavorando alla composizione della lista che è ormai in dirittura di arrivo e stiamo ragionando sul simbolo” ha affermato Maddalena non lasciando trapelare indiscrezioni sui nomi che andranno a comporre il gruppo. L’unico candidato certo nella lista Maddalena sarà Antonio Del Vecchio, già candidato sindaco nel 2009 e capogruppo di opposizione nel consiglio comunale uscente.

Chi rimarrà fuori, almeno per ora, dalla competizione elettorale è Doriano Bianco. Il nome del noto medico, specializzato in Igiene e Medicina Preventiva, era circolato insistentemente nelle scorse settimane come probabile avversario del sindaco uscente. “Ho preferito fare un passo indietro – ha commentato il professionista – per evitare rotture all’interno del gruppo”. La moglie di Doriano Bianco è stata per circa vent’anni amministratore comunale ricoprendo anche la carica di vicesindaco nell’ultima amministrazione Del Vecchio.

“Ero disponibile a mettermi in gioco perché credo che vada ristabilito un clima di serenità e per far si che la lotta politica non si trasformi in battaglie personali. Il mio progetto era quello di riportare il dialogo e il confronto al centro dell’azione politica e intorno a me si erano create le basi per allargare il consenso e la partecipazione. Un dialogo con forze nuove e vecchie che avrebbe potuto allargare il consenso elettorale. Un progetto che all’interno del gruppo non è stato condiviso e per questo ho preferito fare un passo indietro per evitare spaccature. Resta l’amarezza – conclude Doriano Bianco - per aver perso l’occasione di costruire un’alternativa forte e concreta all’attuale amministrazione. Evidentemente la mia visione della politica non è stata capita. Vuol dire che in questa tornata elettorale sarò un semplice spettatore. Auguro ai competitori una buona campagna elettorale nel segno del confronto e dai toni pacati e corretti”.

Il medico resta fuori dalla campagna elettorale e toccherà quindi a Massimo Maddalena il compito di togliere lo scettro a Domenico Canonico che afferma di essere pronto alla sfida. La lista dell’amministrazione uscente sembra sia già pronta, anche se non si escludono novità dell’ultima ora. Resta naturalmente il riserbo sui nomi, anche se molti sono già noti. Manca poco più di una settimana alla presentazione delle liste e la corsa al municipio sembra ormai delineata salvo colpi di coda dell’ultima ora.

martedì 15 aprile 2014

Petrolio e terremoti

Un rischio rappresenta una potenzialità. Quando riguarda la sicurezza della vita umana, la salute o l’equilibrio ecologico è sottoposto a norme che tutelano il diritto alla massima protezione per cittadini e territorio. In queste ore, le anticipazioni della rivista “Science”, circa l’investigazione scientifica compiuta da un gruppo di studio in Emilia sul possibile collegamento tra attività petrolifera e sismica, indicano che il rischio non può essere escluso. «Nelle conclusioni della commissione c’è scritto che non si può escludere che le attività nel sito abbiano dato inizio al terremoto del 20 maggio, il cui epicentro era a circa 20 chilometri di distanza», si legge nella rivista.

«Secondo gli esperti le variazioni di stress e pressione all’interno della crosta terrestre, derivanti sia dalla rimozione del petrolio, sia dall’introduzione di fluidi necessari a provocare la fuoriuscita del greggio, quasi certamente non sarebbero state sufficienti a provocare, da sole, un terremoto simile. Tuttavia è possibile che la faglia coinvolta nella sequenza sismica del 20 maggio fosse vicina al punto di rottura, e che le variazioni imposte dall’uomo alla crosta terrestre, seppur minime, siano state sufficienti a innescare il terremoto. Fenomeno che, a sua volta, potrebbe aver dato avvio alla scossa del 29 maggio».

Un rischio va commisurato al danno che può provocare. Nel caso delle trivellazioni in una zona altamente sismica lungo l’Appennino o nelle zone interne della Campania, sostenere che “non si possono escludere” conseguenze sull’attività sismica naturale dalle trivellazioni, rappresenta un avvertimento vincolante. In Irpinia, a pochi chilometri da quel Sannio che nelle mappe del rischio è equiparato alla provincia di Avellino, quasi trentaquattro anni fa sono morte migliaia di persone, in conseguenza di una attività sismica non indotta dalla mano dell’uomo. Ma le ferite della terra, quelle che i tecnici chiamano faglie, sono ancora lì. Le faglie sismogenetiche ci sono, anche se nessuno sa esattamente dove.

La metafora è quella del campo minato, ricoperto da un prato omogeneo. Se il rischio non viene escluso dagli scienziati, non può esserlo da parte di una commissione a Napoli, salvo assumere un rischio in proprio, nel concludere che in nessun caso un terremoto può essere stimolato dalla mano dell’uomo. In Italia, un giudice monocratico ha condannato a sei anni di reclusione i componenti della commissione grandi rischi, in carica nel 2009, che avevano rassicurato gli aquilani circa l’improbabilità di una forte scossa sismica nella loro città. C’è un precedente, che costituisce un altro rischio. Proprio di questo il ‘Comitato no trivellazioni in Irpinia’ parlerà con l’assessore all’Ambiente Giovanni Romano, mentre il geologo Franco Romano chiede chiarezza sull’operato della Commissione emiliana nominata dal Dipartimento di Protezione civile. Se un rischio non può essere escluso, il governo e il Ministero dovranno recepirlo in una legge, a garanzia di tutti.

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