Bisognerebbe leggere, in tutte le scuole superiori e le
facoltà universitarie sannite, l’ordinanza del Gip Pietro Carola con la quale
ha deciso i 26 arresti nell’ambito dell’operazione “Tabula Rasa”, condotta per
anni dai carabinieri del Comando provinciale di Benevento sotto la guida della
Direzione distrettuale antimafia (DDA) di Napoli. Perché i giovani devono
sapere dove vivono e perché in loro può riporsi la speranza di un ritorno alla legalità
perduta.
E’ impressionante l’atto giudiziario. Oltre quattrocento
pagine raccontano cosa succede in questa terra, diventata – da tanti anni ormai
– quasi uguale alla vicina provincia casertana. Le differenze? 1) La relativa
povertà e la marginalità produttiva dell’area beneventana rispetto alla più
ricca Terra di lavoro, che non consentono in partenza gli stessi guadagni
ingenti ai sodalizi criminali; 2) La più agevole sottomissione della
maggioranza dei suoi abitanti al pizzo e alle tangenti e l’ancor più diffusa
omertà del territorio che hanno evitato, per mancanza di reazioni, gli aspetti
più dirompenti e drammatici nell’imposizione del controllo camorrista del
territorio. (per continuare a leggere clicca qui sotto)
Economia, Editoriali, Giudiziaria, Politica - TaceBenevento scoperta città di camorra Ma o reagirà e cambierà o sarà finita - Il Vaglio